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domenica 21 aprile 2013

Blue Valentine



Dean: Non lo so, mi sento come... dovrei smettere di pensarci, ma non posso. Forse ho visto troppi film, sai, amore a prima vista. Cosa ne pensi dell'amore a prima vista? Pensi di poter amare qualcuno solo guardandolo? Ma la cosa è, amico, che mi sono sentito come se la conoscessi, ti è mai capitato? 
Sembra solo diversa, sai? Non lo so, è solo una sensazione su di lei. Sai come quando inizia una canzone e devi solo ballare?




Blue Valentine è un film sincero, schietto e veritiero, racconta la vita. Il regista Derek Cianfrance lo rende il suo grande esordio hollywoodiano, correndo un bel rischio. Si tratta infatti, di un film sui generis. Poco acclamato dal grande pubblico, in Italia non esce nemmeno nelle sale, nonostante la presentazione al Festival di Cannes e la nomination all’Oscar per Michelle Williams. Ma come disse il filosofo Adorno: La massima riuscita di un’opera d’arte, è il suo fallimento. Detto fatto. Blue Valentine non abbellisce, non inventa illusorie o zuccherose storielle a lieto fine, non parla di favole. Parla della realtà: la realtà della vita di coppia, quotidiana. Del logoramento di un amore che si sta affievolendo, che si trascina a tentoni, avanti negli anni, per abitudine forse, o per paura. La paura di restare soli, o di distruggere una famiglia ancora giovane. Con brutale schiettezza, la cinepresa quasi sfiora i visi dei personaggi, entra nelle loro vite abitudinarie e deludenti. Non lascia spazio all’immaginazione.




Cianfrance non abbandona nemmeno stavolta la sua vena documentaristica, addentrandosi in territori rischiosi ma puramente vitali. Lo stacco tra la vita presente e passata è rappresentato anche dall’uso di due diverse cineprese: una con colori caldi, ed una capace di rendere la realtà cosi com’è nel presente: fredda e deprimente. Cindy e Dean sono intrappolati nell’incomunicabilità, ancora uniti solo per amore della figlia Frankie, cercano disperatamente una via di fuga. L’uno perseverante nel ritrovare un po’ di serenità, forse un po’ ingenuo; l’altra cinica, fredda e distaccata. Se ne stanno impalati nei loro mondi fatti di silenzio. Il film è un’altalena di immagini, di flashback tratti dalla vita presente e passata, un andirivieni di ricordi. Il contrasto è netto, tra l’amore giovane e incondizionato, e il logorio di una vita passata insieme che si sta frantumando giorno dopo giorno. Non facilmente apprezzabile come film, essendo tutti noi abituati al lieto fine. Ma la trasparenza senza filtri e senza bugie, risulta difficile da criticare. I protagonisti sono devastati da una storia d’amore ormai finita, impossibile raccogliere o incollare i pezzi; sono lì freddi e inanimati, a ricordare con tristezza e quasi rabbia, i candidi segni di un amore lontano, che determinerà inevitabilmente il futuro del loro nucleo familiare. Le interpretazioni di Ryan Gosling e Michelle Williams sono da togliere il fiato. Attori giovani ed abilissimi, sono capaci di donare ai caratteri la capacità di commuoverci con verosimiglianza e passione.






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