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giovedì 7 novembre 2013

La vita non è un film




Una vicenda sconvolgente ha travolto e sconvolto l’intera città di Roma in questi ultimi giorni. Si tratta delle cosiddette Baby squillo. Il caso della prostituzione minorile è ormai purtroppo più che reale; sono il 20% su settantamila in Italia. Le lolitine, così le chiamano i loro clienti, sono adolescenti poco più che bambine, che mercificano il loro corpo per possedere cose. Cose costose, cose firmate, cose di lusso. Protagonista è il quartiere benestante dei Parioli. Alcune ragazzine hanno anche famiglie solide alle spalle. Altre invece, che faticano a tirare avanti. Questo fenomeno è agghiacciante e inconcepibile. È una giovinezza sfiorita precocemente, ragazze perdute e allo sbando. Vite rovinate. Per cosa poi? Per comprare vestiti e borse alla moda, per curare la propria facciata e sembrare splendide, anche se dentro si muore.
Le nuove generazioni sono sempre più in pericolo, sull’orlo di un abisso. Spinte dalla società e dai mass media ad essere perfette, con famiglie che poco insegnano e tanto comprano. I veri valori si perdono, e subentrano i demoni, incubi che diventano reali; quanti di loro sono morti, si sono suicidati, o minacciati tramite i social network? Quanti ricattati o sbeffeggiati?







La letteratura ed il cinema in questo caso insegnano: basti ricordare la famosa Lolita di Nabokov. “Poco più che bambina, irriverente e sfacciata, treccine e piedi sporchi. La classica adolescente di cui la madre se ne frega, forse gelosa della sua fresca età. Una figlia a sua insaputa, già capace di donarsi a un uomo: il professor Humbert, invaghito di Lolita e amante delle ninfette, come le chiama lui. La vita di Lolita da qui in poi, non sarà una favola, ma un inferno. Contesa tra vari e luridi uomini, incapace di capire cosa sia meglio per lei. Morirà di parto a diciassette anni.” Questa è una finzione. La cosa triste purtroppo, è che ormai per molte bambine, invece, è realtà. Non credono più alle favole, o al principe azzurro. Non giocano con le bambole, non si stupiscono più di niente. Non sognano più. Interrompono, quasi senza accorgersene, il periodo più bello della loro vita, che non tornerà. Ingiustamente derubate della loro fresca ingenuità da vili mostri senza cuore.
Nel cinema invece abbiamo come esempio il recente film Bling Ring di Sofia Coppola, che mette in mostra la vacuità e l’insipido sapore delle esistenze di alcuni ragazzi  di Los Angeles. Possedere cose per coprire il grande vuoto interiore. Perché è quella la parte più difficile, che ormai ci si è dimenticati di fare: amare se stessi. Rispettarsi senza sperperare inutilmente una vita così preziosa e così breve. Perché rovinarla? È terribile questa consapevolezza. Ci lascia impotenti di fronte alla degenerazione progressiva della società.
Un iphone al posto di un libro; una chat al posto di una chiacchierata; una foto al posto di un attimo vissuto; un cliente al posto di un amore.
E' questa un'evoluzione o una regressione?
Come ci siamo arrivati? Occorre premere il tasto stop e resettare. Dimenticare. Ricominciare daccapo. Ad educare i bambini come è giusto che siano educati. Seguirli costantemente ed evitare così di allontanarli per sempre dal loro cammino.


Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare. Seneca

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