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sabato 23 marzo 2013

La leggenda del pianista sull'oceano



Uno squarcio di luce; piomba nel bel mezzo di un’uggiosa giornata di pioggia. Decido di vedermi un film, ma non un film qualunque. Un film che racchiude una storia. Così come un’ostrica ha al suo interno una meravigliosa perla da custodire gelosamente, la storia che sto per raccontarvi parla di un uomo, dell’epica storia di un uomo “ che poteva fare tutto, tranne che essere ordinario”.
Si chiamava Danny Boodman T.D. Lemon Novecento. Ma era conosciuto come Novecento; il secolo in cui era nato. Era un candido musicista autodidatta, che visse la sua intera esistenza a bordo di una nave. Per scelta forse, o per paura, Novecento decise che la sua musica sarebbe stata più apprezzata lì, sul Virginia, che dovunque nel mondo. Era quello il suo rifugio, la sua grande casa, che lo accolse senza riserve, mostrandogli, anno per anno, un pezzo di umanità, che saliva e scendeva, periodicamente. 
Tratto dal monologo teatrale Novecento di Baricco, la storia che Tornatore ha saputo reinterpretare cinematograficamente, è struggente e poetica. Una miriade di sensazioni, una dopo l'altra, agguantano i sensi del pubblico. Scoperta dopo scoperta, la curiosità di ognuno vuole sapere di più sulla vita di quel meraviglioso ed umile uomo; sulle sue note, sulle sue melodie oniriche, che sembrano venirgli da dentro, senza il bisogno di uno spartito. Una semplicità che tocca i cuori; il volto è quello di chi non ha mai vissuto, e insieme di chi ha capito già tutto. Il rifiuto di scendere dalla nave e di restarvi per sempre può essere visto come un atto di codardia, ma il  monologo finale non lascia repliche. Le lacrime scendono a fiotti perché nel profondo sappiamo che Novecento ha ragione; che è migliore di tutti noi essendo l’unico, forse, a tenere davvero fede ai suoi ideali; scegliendo di non scegliere, e quindi di non sbagliare, di non mettersi in gioco in quell’oceano infinito, con decisioni infinite, che è la vita. Novecento rifiuta, quasi inconsciamente, di essere convenzionale: di sposarsi, avere figli, una famiglia. Anche la fuggevole apparizione di una donna angelicata, dai biondi capelli, che lo guardò rapita una volta, dopo aver ascoltato quelle note, non lo spinse a scendere i gradini che lo separavano dalla terraferma. Fin da subito egli ha capito che il suo posto era lì, in quella nave così grande, ma così giusta per lui, tale da contenere i sogni e i desideri di poche persone per volta. 
In questa scena finale è racchiusa l’essenza dell’intero film; lascio a queste parole l’occasione di impressionarvi.




Regia: Giuseppe Tornatore
Cast:  Bill NunnTim RothPruitt Taylor Vince

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