Un Oscar guadagnato grazie alla straordinaria interpretazione di Jennifer Lawrence, “Il lato positivo” è un film scintillante, che se ne esce con 8 candidature agli Academy Awards; quattro delle quali per gli attori. Il titolo originale tradotto “L’orlo argenteo delle nuvole” è tratto dal romanzo di Matthew Quick. Mentre il film è diretto da David O. Russell (The fighter), che dirigendo questa tragicommedia, maneggia argomenti seri, ma li rende quasi spassosi; alternando gags comiche, in cui si destreggiano gli impeccabili attori, a momenti di riflessione e gravità.
Pat Solatano è affetto da bipolarismo. Dopo otto mesi di reclusione per aver tentato di uccidere l’amante della moglie, viene portato a casa dalla madre (Jacki Weaver); tenuto sotto ingiunzione restrittiva e con l’obbligo di una terapia. Pat desidera riconquistare Nikki e farle conoscere la sua nuova visione del mondo, da lui chiamata “Excelsior”, in grado di fargli trovare il lato positivo di ogni situazione, anche della più tragica. È un film di equilibri precari, di dramma e comicità appese al filo della pazzia di Pat. Ma in fondo ogni personaggio sembra nascondere una vena squilibrata: il papà (un bravo Robert de Niro), dopo aver perso il lavoro, si butta maniacalmente sulle scommesse sportive fino a perdere il controllo. Banali episodi quotidiani si intrecciano con risse tra padre e figlio, scatti d’ira, urla, incursioni notturne di Pat nella camera dei genitori, frignando su quanto ingiusta sia la vita. Tra citazioni di Hemingway ed una follia sempre pronta ad avere il sopravvento, Pat incontrerà Tiffany, la sua àncora di salvezza. Un’eccentrica ragazza, distrutta dopo la morte del marito, che reagì alla cosa imbottendosi di farmaci ed antidepressivi, e facendo sesso compulsivo con i suoi colleghi di lavoro. Tiffany e Pat hanno questo in comune, la pazzia. “ Il solo modo di assecondare la mia pazzia, era di fare qualcosa di pazzo tu stessa. “ Recita Pat alla fine del film. Sono due anime gemelle, due disillusi, che sentono il bisogno di un qualche riscatto, una terapia, una strategia per salvarsi, per aggrapparsi a qualcosa, e sfuggire al baratro della malattia. La soluzione si materializzerà nell’impegno e nella perseveranza che i due spenderanno per una gara di ballo, che li aiuterà a trovarsi, e a dimenticare i rispettivi problemi. “Il mondo ti spezza il cuore in ogni modo immaginabile”; con queste frasi schiette e taglienti, i due protagonisti si mostrano per quello che sono: nevrotici e pieni di paure, si dicono ciò che provano in faccia, senza filtri, senza maschere: sono autentici. Il film fa perno proprio sulle preponderanti performance degli attori: si fa notare con forse la sua miglior interpretazione, un Bradley Cooper che abbandona le “notti da leoni” per confrontarsi con un personaggio difficile e malato, valso all’attore la sua prima candidatura. Tra un doppiaggio italiano incapace di rendere appieno la sfumatura vocale dei personaggi, caratterizzati da dialoghi molto frequenti e forse troppo retorici e prolissi, la seconda parte del film rischia di cadere nella banalità; tra una gara di ballo tutta luccicante sullo stile di “ballando con le stelle”, ed un bacio strappalacrime un po’ scontato. Tra alti e bassi, è un film che dà carica e che, in fin dei conti, non dispiace. Che mette a nudo la malattia mentale e la sradica dalla convenzione, rendendola quasi appassionante e veritiera. “Il lato positivo” potrebbe dividere, far sorridere e riflettere il pubblico, ma non deluderlo. Una “pazzia” non andarlo a vedere!
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